Da Dicembre 2017 possiamo ammirare la fontana delle cinque lune ritornata alla sua originale bellezza, grazie all’ottimo lavoro di restauro svolto dalla Pro Loco di Fiumicino.
Ma conoscete la sua storia?
La fontana fu realizzata dal Professore Salvatore Amato che trasse ispirazione dalla via e dal palazzo dove poi doveva essere addossata la fontana,di proprietà della famiglia Piccolomini e nello stemma di questo casato compare una croce sormontata da cinque mezzelune.
Collocata in via del Serbatoio dell’Acea, in origine la fontana si trovava a Roma, in piazza Madama, angolo via delle Cinque Lune.
La sua realizzazione trae origini dal concorso che l’allora “Governatorato di Roma” bandì nel 1928 nell’intento di realizzare 10 nuove fontane artistiche, da collocarsi in sostituzione delle tradizionali colonnette in ghisa, nei diversi quartieri della città.
Per la fontana di piazza Madama si aggiudicò l’incarico il professor Salvatore Amato. Lo spunto per il disegno della fontana fu lo stemma di Palazzo Piccolomini, sulle cui mura andava addossata. L’artista, infatti, vi pose una luna piena contornata da altre quattro lune, 2 in prima fase e 2 in ultima. Una vaschetta a baccelli ed una vasca di raccolta completavano il tutto, recinto da 4 colonne con barre di ferro. La luna piena centrale lanciava l’acqua con un gradevolissimo effetto.
Nel 1936, per fare spazio alla costruzione dell’attuale Corso Rinascimento, l’edificio venne abbattuto e la fontana venne rimossa, smontata e sistemata nei magazzini comunali.
Nel dopoguerra la Fontana delle Cinque Lune entrò a far parte del panorama della vicina Fiumicino come fontana rionale.
CURIOSITA’: Vi siete chiesti come mai ci sono quelle 5 mezzelune? Qual’è il loro significato?
Oltre al fatto che nello stemma della famiglia Piccolomini sono presenti 5 mezzelune sembra che ci sia anche un’altra spiegazione.
Per Benedetto Blasi la denominazione “Cinque Lune”, oltre alla presenza dello stemma dei Piccolomini, sarebbe dovuta all’insegna di una trattoria che raffigurava appunto la luna nelle sue cinque fasi, per poi aggiungere che “in detta osteria, l’oste Marco Spacca cucinava la celebre trippa che tanto piaceva al Calamatta”, celebre incisore, vissuto tra il 1801 e il 1869. “In questo vicolo – riferisce ancora il Blasi – vi è una fontanella allusiva alle 5 fasi e un elegante casa del Rinascimento di stile bramantesco. Anche una vecchia e storica friggitoria ebbe lo stesso nome”.
In questo il Blasi si riallaccia totalmente a Alessandro Rufini, che per primo aveva scritto nel 1847 che la denominazione della strada sarebbe derivata dalla presenza di una “antichissima trattoria quivi posta, e detta delle cinque lune, dall’insegna sopra posta all’ingresso che porta la figura di questo pianeta in cinque fasi”.
In precedenza, l’Osteria che si apriva al n. 10 della via era detta Osteria delle due Porte, per le due porte d’ingresso, che suggerirono al proprietario di chiamarla con questo nome. Al n. 14 era anche il Caffé delle Cinque Lune, così chiamato per l’omonima e vicina Osteria. (fonte: http://www.specchioromano.it)
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